Dal
febbraio 2015 un quartiere al buio, un anno trascorso e nessuna
soluzione all’orizzonte. Chiunque può notare la sera come i
residenti del quartiere Porta di Roma sono costretti a girare per le
strade del quartiere, ognuno di loro è dotato di una torcia o di una
applicazione sul cellulare per fare luce e vedere dove si cammina,
eppure i pali dell’illuminazione pubblica ci sono e sono rimasti
accessi per alcuni anni poi per un contenzioso tra privati, Acea e
proprietà Porta di Roma: il buio! Acea contesta al Consorzio Porta
di Roma il mancato pagamento di alcune bollette, il Consorzio allora
decide di sanare pagando ma la storia va avanti e la luce non torna.
Intanto i furti, complice il buio pesto, aumentano e garage, cantine
abitazioni ma anche auto parcheggiate per strada vengono “visitate”
continuamente. I ladri hanno capito che Porta di Roma è terreno
fertile e allora decidono di “sfilare” i cavi conduttori di
energia e questa volta il bottino di rame (l’oro rosso) è
importante visto che si tratta di chilometri e chilometri.
In
questo anno se ne sono sentite di tutti i colori, prima le
rassicurazioni da parte del Municipio poi la storia dei collaudi dei
pali della luce “non a norma“ (circa 100 su 1300) e poi a
novembre la solita promessa non mantenuta, chiederemo l’escussione
della fideiussione per pagare nuovi lavori ed ottenere
l’illuminazione pubblica. Secondo un esponente dell’opposizione,
che appena qualche giorno fa ha lanciato un esposto-petizione, la
questione da affrontare è legata alle strade aperte a tutti,
attraverso “una disciplina di traffico temporanea”, secondo il
Consigliere se una strada è aperta al “transito pubblico” tra i
requisiti autorizzativi non può mancare quello dell’illuminazione.
La raccolta firme a supporto dell’esposto è indirizzata alla
Procura della Repubblica, al Ministero dei Trasporti al Commissario Tronca ai vari
sub commissari e al Dipartimento Mobilità. Le parole però non
bastano e migliaia di residenti (che pagano le tasse) vivono in un
quartiere al buio completo da un anno e ciò non è normale.
Nessun commento:
Posta un commento