Sulla
questione sicurezza nel nostro Municipio è impensabile archiviare il
tutto dopo la riuscitissima manifestazione del 14 novembre scorso,
nella quale oltre ad esprimere vicinanza a Gino Lozzi, il custode
picchiato e torturato da sette balordi all’interno della sua
abitazione a Serpentara, i cittadini hanno chiesto maggiore sicurezza
nei quartieri. Vedere sfilare tanta gente senza neppure una bandiera
di partito e poterla ammirare civilmente chiedere risposte concrete
alle istituzioni, non può far altro che inorgoglire il nostro
territorio per una simile dimostrazione di maturità.
La
strada è senza dubbio segnata ma c’è bisogno di uno sforzo
continuo e costante per evitare che qualcuno possa, miratamente,
strumentalizzare il disagio e il dolore della gente. E l’impegno
dobbiamo metterlo noi. Soprattutto noi, uomini e donne che ricoprono
ruoli nella politica locale, chiamati ad innalzare il rispettivo
livello di responsabilità per offrirla alla comunità.
Tuttavia,
non è possibile evitare di sottolineare una serie di contraddizioni.
E’
vero, la nostra periferia, quella del III Municipio, non è, e non è
mai stata “in emergenza” come tante altre a Roma, ma è
altrettanto corretto affermare che sta aumentando il rischio di
portare all’esasperazione tanta gente che vive situazioni di
degrado e ingiustizia quotidiana.
Non
hanno certamente fatto bene le prese di posizione di piazza Sempione
quando si segnalava la presenza eccessiva di accampamenti abusivi.
Forzature ideologiche e anacronistiche che certamente non hanno
contribuito a tranquillizzare chi, tanto per fare un esempio, sotto
la propria abitazione, ogni maledetto giorno vedeva nascere e
crescere a dismisura le baraccopoli. Il tutto, ovviamente,
nell’indifferenza delle istituzioni.
Dopo un
anno e mezzo di mancati sgomberi, siamo stati costretti ad assistere
all’accoglienza data a 50 rom nella sede del III Municipio. Una
“simbolica”, ma neanche tanto, iniziativa della Giunta Municipale
che ha fatto inviperire moltissimi cittadini di tutte le estrazioni
politiche.
Sappiamo
tutti qual è l’atmosfera che si respira quando si parla di rom o
di extracomunitari: in alcuni casi i giudizi sono eccessivi e fuori
luogo ma, in un momento così difficile per la nostra società, le
istituzioni (tutte!) devono e ripeto devono, saper interpretare,
capire e dare riscontri ai cittadini che si aspettano tutela e
rispetto delle regole.
Un altro
caso che ci fa capire chiaramente la situazione è il progetto di
assistenza ai senza tetto nel periodo invernale (emergenza freddo)
sposato dalla Giunta municipale .
Assurdo
realizzarlo nella stessa struttura dove viene ospitato un asilo (come
voleva il Municipio) ma condivisibile l’idea di poter dare un aiuto
a clochard o persone che vivono situazioni di disagio estremo nel
periodo più freddo dell’anno.
Una
considerazione, questa, sicuramente abbracciata da molti cittadini
anche se, come già detto, non si può pretendere comprensione se
fino ad oggi, per colpa di una sinistra confusa e contraddittoria su
temi come questo, non sono arrivate REALI soluzioni.
Spesso è
superfluo cercare i responsabili, in questo caso ritengo opportuno
invece e in maniera netta puntare il dito contro chi, con incredibile
superficialità, ha affrontato tale tema.
Il
malessere che si riscontra tra i cittadini è ormai nota e, gran
parte della colpa, va attribuita alla mancanza di spessore di un
Sindaco che non ha perso mai l’occasione di far capire ai romani il
suo alto grado di inadeguatezza.
E,
paradossalmente, a giudicarlo cosi duramente non è soltanto il
sottoscritto, consigliere di opposizione di un Municipio della
Capitale, ma i quotidiani, i settimanali e gli stessi dirigenti del
suo partito.
Ciò che
ritengo davvero improrogabile, per il bene del territorio e
soprattutto per ridare credibilità alle istituzioni, sono una serie
di azioni decise, forti e coraggiose.
Con
tutte le energie che posseggo voglio dare l’impulso, la spinta e, se utile, anche un aiuto
all’attuale amministrazione municipale affinché quel senso di
giustizia che i cittadini hanno perso possa ritornare nei loro animi.
Pretendere
gli sgomberi non vuol dire essere razzisti, chiedere maggiori
controlli, effettuare identificazioni e monitorare il territorio
nelle aree più lontane dalle abitazioni non significa instaurare uno
stato di Polizia, ma garantire e tutelare il proprio suolo.
In
questo ultimo anno e mezzo ho effettuato decine di sopralluoghi nei
campi abusivi e, sfortunatamente, ho trovato livelli incredibili di
disagio abbinati ad evidenti situazioni di illegalità. Non mi sono
fermato un istante: ho documentato il municipio, a volte ho coinvolto
la Polizia Locale, ho consegnato foto e poi ho raccolto le adesioni e
le paure dei cittadini grazie migliaia di firme .
Ho agito
responsabilmente cercando di apportare un contributo. Di denuncia
certamente, ma pur sempre un contributo.
Le
risposte sono state sempre evasive: talvolta mi sono ritrovato
assessori che negavano l’evidenza e altre volte sono stato persino
deriso .
Sarà
mia premura, come fatto mesi addietro, portare al Prefetto di Roma la
voce di un’infinità di residenti, andrò (a breve) al Ministero
degli Interni per capire come poter convogliare ai palazzi della
politica le paure ma anche le speranze di tanta gente, che mai come
in questo periodo chiede serenità, sicurezza, rispetto e soprattutto
dignità.
Per fare
tutto ciò chiederò adesioni ai miei colleghi tutti, ma sopratutto
il supporto dei cittadini.
Cristiano
Bonelli
Consigliere
Municipio III Roma Capitale
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