Senza
nessuna vibrante protesta decine di migliaia di cittadini del III
Municipio stanno subendo enormi disagi causati dagli ultimi tagli e
soppressioni delle linee bus. Assurdo, forse inaccettabile ma sta
accadendo quotidianamente, lavoratori e studenti ogni mattina fanno
attese incredibili alle fermate e nel migliore dei casi salgono negli
autobus strapieni. Una vera follia se si pensa che la famosa
"razionalizzazione" sviluppata dall'Agenzia della Mobilità
per volontà del Comune di Roma (per risparmiare sul kilometraggio
dei mezzi Atac) ha di fatto tagliato circa 60 linee in tutta Roma e
ben 7 nel III Municipio. La cosa davvero inaccettabile e' che il
Municipio aveva il piano di "razionalizzazione" (che è'
meglio chiamare soppressione) dentro un cassetto da fine luglio e
nella speranza che nessuno se ne accorgesse lo ha tenuto nascosto
fino a settembre quando un consigliere di opposizione (Cristiano
Bonelli) ne chiede una copia. Dimostrando ancora una volta immaturità
la Giunta Municipale decide di allungare i tempi nella speranza che
il piano diventasse al più presto operativo e mentre in altri
Municipi partiva, il III ritardava la comunicazione ai propri
residenti. Fu quindi la Commissione Trasparenza e Controllo (con la
Consigliera Petrella e Bonelli) ad organizzare un incontro con i
tecnici della mobilità comunale ed i Comitati di Quartiere per
tirare fuori ciò che il "piano di soppressione "
conteneva. Dopo qualche settimana partono i tagli e le scene davanti
alle fermate dei bus erano ben rappresentate dagli utenti del mezzo
pubblico: increduli, disinformati e scoraggiati. Il paradosso lo si
raggiunge quando, sempre quelli di opposizione, pianificano un piano
d'informazione con volantini distribuiti addirittura dentro i bus
dalle 7 del mattino e fu sempre il centrodestra municipale a lanciare
una petizione per congelare il piano e chiedere approfondimenti,
partecipazione e condivisione con gli utenti.
Passano ancora giorni e finalmente (e stranamente) il Municipio capisce che forse è opportuno provare a dare delle risposte, convinto forse dal numero di mail e fax di protesta ricevuti, decide di stampare (dopo l'avvio del piano?) un opuscolo nel quale si descrivono solo i cambiamenti e non le soppressioni. A conferma del pastrocchio fatto un'intera scuola (il Matteucci) reagisce e raccoglie centinaia di firme finendo nella prima pagina di un quotidiano che costringe il Municipio a ridare immediatamente il servizio appena tolto agli studenti. Credendosi astuti e mai delegati dei cittadini a risolvere i problemi, gli strateghi a capo del Municipio decidono di attivare una mail, si avete capito bene, una mail per raccogliere le segnalazioni; un intelligente modo (avranno pensato) per dimostrare trasparenza e voglia di partecipazione attiva. Il risultato e' ovviamente un disastro ed oggi migliaia di persone subiscono tutto questo solo perché a guidare una città media italiana, il III Municipio ex IV di Roma Capitale, ci sono dei giovani, troppo giovani che giocano a fare i grandi.
Passano ancora giorni e finalmente (e stranamente) il Municipio capisce che forse è opportuno provare a dare delle risposte, convinto forse dal numero di mail e fax di protesta ricevuti, decide di stampare (dopo l'avvio del piano?) un opuscolo nel quale si descrivono solo i cambiamenti e non le soppressioni. A conferma del pastrocchio fatto un'intera scuola (il Matteucci) reagisce e raccoglie centinaia di firme finendo nella prima pagina di un quotidiano che costringe il Municipio a ridare immediatamente il servizio appena tolto agli studenti. Credendosi astuti e mai delegati dei cittadini a risolvere i problemi, gli strateghi a capo del Municipio decidono di attivare una mail, si avete capito bene, una mail per raccogliere le segnalazioni; un intelligente modo (avranno pensato) per dimostrare trasparenza e voglia di partecipazione attiva. Il risultato e' ovviamente un disastro ed oggi migliaia di persone subiscono tutto questo solo perché a guidare una città media italiana, il III Municipio ex IV di Roma Capitale, ci sono dei giovani, troppo giovani che giocano a fare i grandi.
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