18 marzo 2015

QUELLA STORIACCIA BRUTTA DEI SERVIZI SOCIALI MUNICIPALI




La vicenda che andiamo a raccontarvi ha dell’incredibile, sia in senso assoluto sia in senso relativo, in quanto si svolge in un Municipio di Roma Capitale e nell’ambito dei “servizi sociali”.

In data 28 gennaio 2015, l’Assessore alle Politiche Sociali del Municipio Roma III si presentava presso l’Ufficio del dirigente U.O.S.S.E.S. del Municipio Roma III per discutere come solitamente accade su una serie di questioni legate ai servizi sociali. Il confronto tra i due, sin dall'inizio pare non sia stato tra i più sereni. L’interruzione di un servizio sociale dedicato agli anziani fragili del Municipio (Centro diurno anziani fragili) che veniva interrotto a partire dal 1 febbraio 2015, in attesa dell’espletamento degli adempimenti di legge necessari per giungere all’aggiudicazione definitiva (all’affidatario risultato vincitore) e proprio questo è stato il motivo di un acceso dibattito tra i due. Il Dirigente dei Servizi Sociali forniva tutti i documentati chiarimenti, chiarimenti che erano già stati forniti al Direttore del Municipio. Le urla e l’alterazione dell’Assessore (più volte al centro di polemiche) non si placano e volano parole grosse. L’ Assessore mostrava di non intendere ragioni e all’invito rivoltole di lasciare l’ufficio affermava che da lì non si sarebbe mossa fino a quando il dirigente non avrebbe trovato le soluzioni per non interrompere i servizi. Dopo circa mezz’ora il dirigente - per rompere l’assedio - decideva di informare telefonicamente il Presidente del Municipio che nel giro di dieci minuti raggiungeva l’ufficio. Niente da fare, l’intervento del Presidente non cambia di una virgola la situazione (chissà perché?). A causa degli elevati toni utilizzati dall’Assessore, sono molti i dipendenti venuti a conoscenza dello scontro tra il politico ed il Dirigente municipale. La mattinata si sviluppa (in peggio) quando, l’Assessore Eleonora Di Maggio decide “sua spontanea” (non invitata) di intervenire in una riunione tecnica indetta dalla funzionaria P.O. del servizio sociale della U.O.S.S.E.S. alla quale partecipano ben 15 assistenti sociali. C’è un atto protocollato che inchioda l’Assessore ed ecco cosa riporta testualmente: …non applica le indicazioni politiche che gli vengono date e questo (secondo il TUEL) rappresenta motivo di licenziamento del Dirigente. Ritiene che le assistenti sociali debbano assumere una posizione di decisa contrapposizione rispetto alle scelte gestionali del Dirigente in quanto figure professionali e non uscieri e quindi, a suo parere, chiamate ad assumere una posizione netta di dissenso

Facile da tradurre, la nota parla di minaccia di licenziamento e l’aperta delegittimazione operata nei confronti del dirigente, con l’invito rivolto a personale dipendente a ribellarsi alle direttive dirigenziali!! I politici quindi decidono di mettere mano alla questione e per dimostrare ai cittadini, ai quali era stato interrotto il servizio sociale, che la colpa non era loro, convocano la Commissione Servizi Sociali nella quale vengono pubblicamente “scaricate” tutte le responsabilità del disservizio al dirigente del U.O.S.S.E.S. Più volte nominato ed indicato come unico colpevole il dirigente dimostra ripetutamente di aver operato nel rispetto della normativa e comunica ai presenti che per dare continuità al servizio interrotto aveva predisposto una serie di azioni alternative. La riunione termina senza risposte per i cittadini che increduli ma speranzosi tornano a casa con un nulla di fatto. Non sapendo più cosa fare, i politici municipali (di maggioranza) presentano un atto in Consiglio municipale e il 2 febbraio 2015 il Consiglio del Municipio Roma III approvava (dopo le pesanti rimostranze dell’opposizione) una risoluzione con la quale si dava “mandato al dirigente della U.O. servizi sociali, educativi e scolastici …….., di assumere tutte le iniziative atte a garantire l’avvio dei servizi citati da parte degli operatori già selezionati con bando pubblico, provvedendo al definito e regolare espletamento delle procedure per l’affidamento dei servizi in oggetto. Di dare mandato al Direttore del Municipio III, qualora questo non avvenga, di utilizzare i poteri sostitutivi previsti dall’art. 2 comma 9 bis della legge 241/90” .

Poteri sostitutivi, avete letto bene, questa è una procedura “forte” e potremmo dire “grave” che consente di utilizzare – da parte del Direttore che è la massima carica amministrativa in un Municipio – i poteri sostitutivi in caso di inerzia del dirigente che, con la stessa inerzia, violi leggi o regolamenti.

In realtà, dopo una attenta lettura della documentazione, tutto ciò non è accaduto prova ne è che i poteri sostitutivi non sono mai ufficialmente subentrati. La corrispondenza sulla questione è corposa, note, atti direttive riempiono il faldone del “caso” servizi sociali del III Municipio e 11 febbraio 2015 in una nota il Direttore del Municipio comunicava al dirigente di aver individuato 
un percorso amministrativo in grado di corrispondere all’interesse pubblico senza prolungare ulteriormente l’interruzione dei servizi ……… L’attivazione di detto percorso è avocata in capo allo scrivente, avendo preso atto dell’indisponibilità di codesta direzione ad intervenire con soluzioni alternative all’interruzione dei servizi”.

Tanta confusione ha evidentemente convinto la Commissione municipale permanente Controllo, Garanzia e Trasparenza (in mano all’opposizione) a convocare il dirigente dei Servizi Sociali che (ovviamente) faceva presente che la nota di cui sopra era gravemente lesiva della propria professionalità in quanto il Direttore del Municipio avocava a sé funzioni esclusive del dirigente stesso, senza che vi fossero assolutamente i requisiti previsti dalla Legge stessa. Il responsabile dichiarava nella Commissione Trasparenza che non stava violando la legge, anzi faceva di tutto per farla rispettare, avendo inoltre posto in essere brillanti e legittime soluzioni alternative per porre rimedio a ritardi e inefficienze non causati da lui (in carica, lo ricordiamo, soltanto dall’ottobre 2014). In un’altra convocazione della Commissione Controllo e Garanzia e Trasparenza nella quale furono invitati gli attori principali di questa assurda vicenda (il dirigente del U.O.S.E.S.S., il Direttore del III Municipio e l’Assessore alle Politiche Sociali) solo il dirigente del Sociale presenziò affermando di aver incontrato ed aggiornato personalmente l’Assessore alla Legalità, trasparenza, contratti, appalti che sembra abbia approvato l’operato dello stesso. Se dovessimo attribuire una vittoria con estrema facilità verrebbe data al dirigente dei Servizi Sociali ma questa è una storiaccia, che parla di litigi, incomprensioni, ritardi e incompetenze varie che subiscono gli utenti/pazienti dei Servizi Sociali municipali e di una “politica” (anche in questo caso!) che non riesce a fare ciò che dovrebbe e a pagarne le spese siamo sempre noi cittadini in perenne attesa di una amministrazione presente ed efficiente.

La questione, a nostro giudizio non è ancora terminata e vedrà sicuramente nuove “puntate” di un film che non avremmo mai voluto vedere.

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