La
vicenda che andiamo a raccontarvi ha dell’incredibile, sia in senso
assoluto sia in senso relativo, in quanto si svolge in un Municipio
di Roma Capitale e nell’ambito dei “servizi sociali”.
In data
28 gennaio 2015, l’Assessore alle Politiche Sociali del
Municipio Roma III si presentava presso l’Ufficio del dirigente
U.O.S.S.E.S. del Municipio Roma III per discutere come
solitamente accade su una serie di questioni legate ai servizi
sociali. Il confronto tra i due, sin dall'inizio pare non sia stato
tra i più sereni. L’interruzione di un servizio sociale dedicato
agli anziani fragili del Municipio (Centro diurno anziani
fragili) che veniva interrotto a partire dal 1 febbraio 2015, in
attesa dell’espletamento degli adempimenti di legge necessari per
giungere all’aggiudicazione definitiva (all’affidatario risultato
vincitore) e proprio questo è stato il motivo di un acceso dibattito
tra i due. Il Dirigente dei Servizi Sociali forniva
tutti i documentati chiarimenti, chiarimenti che erano già stati
forniti al Direttore del Municipio. Le urla e l’alterazione
dell’Assessore (più volte al centro di polemiche) non si
placano e volano parole grosse. L’
Assessore mostrava di non intendere ragioni e all’invito
rivoltole di lasciare l’ufficio affermava che da lì non si sarebbe
mossa fino a quando il dirigente non avrebbe trovato le
soluzioni per non interrompere i servizi. Dopo circa mezz’ora il
dirigente - per rompere l’assedio - decideva di informare
telefonicamente il Presidente del Municipio che nel giro di
dieci minuti raggiungeva l’ufficio. Niente da fare, l’intervento
del Presidente non cambia di una virgola la situazione (chissà
perché?). A causa
degli elevati toni utilizzati dall’Assessore, sono molti i
dipendenti venuti a conoscenza dello scontro tra il politico ed il
Dirigente municipale. La
mattinata si sviluppa (in peggio) quando, l’Assessore Eleonora
Di Maggio decide “sua spontanea” (non invitata) di
intervenire in una riunione tecnica indetta dalla funzionaria P.O.
del servizio sociale della U.O.S.S.E.S. alla quale partecipano
ben 15 assistenti sociali. C’è un atto protocollato che
inchioda l’Assessore ed ecco cosa riporta testualmente: “…non applica le indicazioni politiche che gli vengono date e
questo (secondo il TUEL) rappresenta motivo di licenziamento del
Dirigente. Ritiene che le assistenti sociali debbano assumere una
posizione di decisa contrapposizione rispetto alle scelte gestionali
del Dirigente in quanto figure professionali e non uscieri e quindi,
a suo parere, chiamate ad assumere una posizione netta di dissenso”.
Facile da tradurre, la nota parla di minaccia di licenziamento
e l’aperta delegittimazione operata nei confronti del
dirigente, con l’invito rivolto a personale dipendente a
ribellarsi alle direttive dirigenziali!! I
politici quindi decidono di mettere mano alla questione e per
dimostrare ai cittadini, ai quali era stato interrotto il servizio
sociale, che la colpa non era loro, convocano la Commissione
Servizi Sociali nella quale vengono pubblicamente “scaricate”
tutte le responsabilità del disservizio al dirigente del
U.O.S.S.E.S. Più volte nominato ed indicato come unico
colpevole il dirigente dimostra ripetutamente di aver operato
nel rispetto della normativa e comunica ai presenti che per dare
continuità al servizio interrotto aveva predisposto una serie di
azioni alternative. La riunione termina senza risposte per i
cittadini che increduli ma speranzosi tornano a casa con un nulla di
fatto. Non
sapendo più cosa fare, i politici municipali (di maggioranza)
presentano un atto in Consiglio municipale e il 2 febbraio 2015 il
Consiglio del Municipio Roma III approvava (dopo le pesanti
rimostranze dell’opposizione) una risoluzione con la quale si dava “mandato al dirigente della U.O. servizi sociali, educativi e
scolastici …….., di assumere tutte le iniziative atte a garantire
l’avvio dei servizi citati da parte degli operatori già
selezionati con bando pubblico, provvedendo al definito e regolare
espletamento delle procedure per l’affidamento dei servizi in
oggetto. Di dare mandato al Direttore del Municipio III, qualora
questo non avvenga, di utilizzare i poteri sostitutivi
previsti dall’art. 2 comma 9 bis della legge 241/90” .
Poteri
sostitutivi, avete letto bene, questa è una procedura “forte”
e potremmo dire “grave” che consente di utilizzare – da parte
del Direttore che è la massima carica amministrativa in un Municipio
– i poteri sostitutivi in caso di inerzia del dirigente che, con
la stessa inerzia, violi leggi o regolamenti.
In
realtà, dopo una attenta lettura della documentazione, tutto ciò
non è accaduto prova ne è che i poteri sostitutivi non sono mai
ufficialmente subentrati. La
corrispondenza sulla questione è corposa, note, atti direttive
riempiono il faldone del “caso” servizi sociali del III
Municipio e 11 febbraio 2015 in una nota il Direttore del Municipio
comunicava al dirigente di aver individuato
“un percorso
amministrativo in grado di corrispondere all’interesse pubblico
senza prolungare ulteriormente l’interruzione dei servizi ………
L’attivazione di detto percorso è avocata in capo allo scrivente,
avendo preso atto dell’indisponibilità di codesta direzione ad
intervenire con soluzioni alternative all’interruzione dei servizi”.
Tanta
confusione ha evidentemente convinto la Commissione municipale
permanente Controllo, Garanzia e Trasparenza (in mano
all’opposizione) a convocare il dirigente dei Servizi
Sociali che (ovviamente) faceva presente che la nota di cui sopra
era gravemente lesiva della propria professionalità in quanto il
Direttore del Municipio avocava a sé funzioni esclusive del
dirigente stesso, senza che vi fossero assolutamente i requisiti
previsti dalla Legge stessa. Il responsabile dichiarava nella
Commissione Trasparenza che non stava violando la legge, anzi
faceva di tutto per farla rispettare, avendo inoltre posto in essere
brillanti e legittime soluzioni alternative per porre rimedio a
ritardi e inefficienze non causati da lui (in carica, lo ricordiamo,
soltanto dall’ottobre 2014). In
un’altra convocazione della Commissione Controllo e Garanzia e
Trasparenza nella quale furono invitati
gli attori principali di questa assurda vicenda (il dirigente del
U.O.S.E.S.S., il Direttore del III Municipio e l’Assessore alle
Politiche Sociali) solo il dirigente del Sociale presenziò
affermando di aver incontrato ed aggiornato personalmente l’Assessore
alla Legalità, trasparenza, contratti, appalti che sembra abbia
approvato l’operato dello stesso. Se dovessimo attribuire una
vittoria con estrema
facilità verrebbe data al dirigente
dei Servizi Sociali ma questa è una storiaccia,
che parla di litigi, incomprensioni, ritardi e incompetenze varie che
subiscono gli utenti/pazienti
dei Servizi Sociali municipali e di una “politica” (anche in
questo caso!) che non riesce a fare ciò che dovrebbe e a pagarne le
spese siamo sempre noi cittadini in perenne attesa di una
amministrazione presente ed efficiente.
La
questione, a nostro giudizio non è ancora terminata e vedrà
sicuramente nuove “puntate” di un film che non avremmo mai voluto
vedere.
Nessun commento:
Posta un commento