Il Centro sanitario ADM Audiomedical (centro del disturbo del linguaggio) di via Pian di Scò al Nuovo Salario convenzionato con la Regione Chiude .
Infoterzo
ha intervistato il responsabile della struttura sanitaria per capire
cosa è successo e quale sarà il futuro di circa 300 piccoli pazienti.
Inoltre, per completezza d’informazione stiamo provando a sentire
l’Azienda Sanitaria Locale e dalle prime info raccolte risulterebbe
che la struttura si è autosospesa (prima dell’intervento della Asl) la
situazione sembra davvero poco chiara motivo in più per approfondire.
Signor Dario La Rocca lei che ruolo ha all'interno della struttura ...
Sono l’Amministratore Unico della ADM Gruppo Audiomedical srl
Ci può spiegare che tipo di attività svolgete e per quanti pazienti ?
L’ADM
è una struttura sanitaria privata, accreditata con la ASL RMA, che si
occupa di diagnosi e di riabilitazione di bambini con difficoltà di
linguaggio e di apprendimento. Le equipe riabilitative dell’ADM sono
formate da Specialisti in Neuropsichiatria Infantile, Pricologi dell’Età
Evolutiva, Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva e
Logopedisti, per un organico che fra dipendenti e collaboratori conta
oltre 90 unità.
Attualmente
abbiamo in carico più di 290 piccoli pazienti affetti da diverse
patologie nel campo dei disturbi generalizzati dello sviluppo.
Cosa è successo ? chi ha chiuso e per quale motivo ?
Con lettera del 7/4/2014, la ASL RMA ha sospeso le attività del centro e bloccato ogni pagamento in quanto, cito testualmente: “non
risulta concluso il processo amministrativo di trasferimento, quindi la
struttura non è autorizzata all’esercizio per lo svolgimento
dell’attività sanitaria. La stessa risulta comunque essere
provvisoriamente accreditata per 229 prestazioni ambulatoriali
giornaliere in conformità a quanto contenuto nella DGR n. 2591 del
19/12/2000. La struttura presenta solo in parte i requisiti minimi
previsti dalla vigente normativa ed inoltre non risulta prodotto il
certificato di agibilità dell’immobile, benché formalmente richiesto
dalla UOS SISP di questa ASL nel 2008.” In conseguenza di tale
provvedimento, attualmente, tutti i 280 piccoli pazienti si trovano
senza assistenza e tutto il personale è in cassa integrazione a zero
ore.
Quali azioni state organizzando per poter riaprire?
Riguardo
alla mancanza del certificato di agibilità dell’immobile, L’ADM aveva
già a suo tempo risposto alla richiesta della ASL del 2008, producendo
una dichiarazione giurata di un tecnico abilitato, nella quale veniva
spiegato che il comune non poteva rilasciare il certificato di agibilità
dell’immobile, non perché la struttura non avesse i requisiti
necessari, ma a causa di una convenzione fatta con
l’impresa costruttrice dell’immobile che vincolava l’ottenimento del
certificato alla realizzazione di opere di urbanizzazione esterne
all’edificio, che invece, il costruttore mai realizzò. Tuttavia, in tale
relazione, venivano elencati tutti i documenti attestanti il
soddisfacimento dei requisiti di agibilità dell’immobile, fra cui anche
il collaudo statico dell’edificio presentato al genio civile.
Non
si capiscono i motivi per cui, ancora oggi, tale relazione non abbia
soddisfatto le richieste della ASL, dal momento in cui, come espresso
nel DCA U0013 del 23/03/2011, in mancanza del certificato di agibilità,
gli stessi requisiti possono essere soddisfatti dimostrando di aver
presentato al genio civile il collaudo statico dell’edificio (così come
dichiarato nella certificazione giurata presentata dall’ADM.
Riguardo
agli altri, non precisati, requisiti minimi mancanti, l’ADM ha chiesto
di conoscere in dettaglio quali siano gli adeguamenti necessari
richiesti e si è resa disponibile a realizzarli.
In
ogni caso, autonomamente e senza alcuna sollecitudine da parte della
ASL, l’ADM già nel 2012 aveva incaricato un tecnico per rilevare la
rispondenza dei propri locali ai requisiti richiesti per
l’autorizzazione. Emerse da tale analisi alcune modifiche da fare per
adeguare la struttura alle normative antincendio, l’ADM si è preoccupata
di presentare il proprio piano di adeguamento alla valutazione dei
vigili del fuoco i quali lo hanno poi approvato nel 2013. Tali lavori
non sono stati realizzati immediatamente dopo l’approvazione da parte
dei vigili del fuoco, sia perché l’azienda ha dovuto prima ottenere
l’autorizzazione da parte del condominio dello stabile, sia per la
mancanza della disponibilità liquida necessaria.
Oggi,
l’ADM sarebbe pronta a realizzare gli adeguamenti antincendio, ed
eventuali altri adeguamenti di cui non è ancora a conoscenza, ma per
farlo avrebbe bisogno che la ASL specifichi con esattezza gli
adempimenti necessari e sblocchi i pagamenti, almeno delle fatture
arretrate. L’azienda ha fatto ricorso di urgenza al TAR per richiedere
la sospensione del provvedimento della ASL, al fine di riprendere
immediatamente l’assistenza ai propri utenti, che rischiano di regredire
e di render vano ogni sforzo riabilitativo fino ad ora fatto.
Anche i familiari dei ragazzi da voi assistiti si stanno organizzando ?
I
genitori dei bambini in carico al centro (più di 280 famiglie), così
come i suoi lavoratori (che fra assunti e collaboratori superano le 90
unità) sono disperati, i primi perché vedono improvvisamente venir a
mancare quell’indispensabile assistenza che tanto aveva sostenuto e
fatto progredire i loro figli, e gli altri perché vedono svanire quella
sicurezza del posto di lavoro nel quale da decenni avevano investito.
Entrambi i gruppi si sono organizzati in comitati e stanno partecipando
con le loro rappresentanti al ricorso al TAR intrapreso dall’ADM contro
il provvedimento della ASL.
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