2 maggio 2014

L'INTERVISTA DI INFO III



Il Centro sanitario ADM Audiomedical (centro del disturbo del linguaggio) di via Pian di Scò al Nuovo Salario convenzionato con la Regione  Chiude .


Infoterzo ha intervistato il responsabile della struttura sanitaria per capire cosa è successo e quale sarà il futuro di circa 300 piccoli pazienti. Inoltre, per completezza d’informazione stiamo provando a sentire l’Azienda Sanitaria Locale e dalle prime info raccolte  risulterebbe che la struttura si è autosospesa (prima dell’intervento della Asl) la situazione sembra davvero poco chiara motivo in più per approfondire.

Signor Dario La Rocca lei che ruolo ha all'interno della struttura ...
Sono l’Amministratore Unico della ADM Gruppo Audiomedical srl

Ci può spiegare che tipo di attività svolgete e per quanti pazienti ?
L’ADM è una struttura sanitaria privata, accreditata con la ASL RMA, che si occupa di diagnosi e di riabilitazione di bambini con difficoltà di linguaggio e di apprendimento. Le equipe riabilitative dell’ADM sono formate da Specialisti in Neuropsichiatria Infantile, Pricologi dell’Età Evolutiva, Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva e Logopedisti, per un organico che fra dipendenti e collaboratori conta oltre 90 unità.
Attualmente abbiamo in carico più di 290 piccoli pazienti affetti da diverse patologie nel campo dei disturbi generalizzati dello sviluppo.

Cosa è successo ? chi ha chiuso e per quale motivo ?
Con lettera del 7/4/2014, la ASL RMA ha sospeso le attività del centro e bloccato ogni pagamento in quanto, cito testualmente: “non risulta concluso il processo amministrativo di trasferimento, quindi la struttura non è autorizzata all’esercizio per lo svolgimento dell’attività sanitaria. La stessa risulta comunque essere provvisoriamente accreditata per 229 prestazioni ambulatoriali giornaliere in conformità a quanto contenuto nella DGR n. 2591 del 19/12/2000. La struttura presenta solo in parte i requisiti minimi previsti dalla vigente normativa ed inoltre non risulta prodotto il certificato di agibilità dell’immobile, benché formalmente richiesto dalla UOS SISP di questa ASL nel 2008.” In conseguenza di tale provvedimento, attualmente, tutti i 280 piccoli pazienti si trovano senza assistenza e tutto il personale è in cassa integrazione a zero ore.

Quali azioni state organizzando per poter riaprire?
Riguardo alla mancanza del certificato di agibilità dell’immobile, L’ADM aveva già a suo tempo risposto alla richiesta della ASL del 2008, producendo una dichiarazione giurata di un tecnico abilitato, nella quale veniva spiegato che il comune non poteva rilasciare il certificato di agibilità dell’immobile, non perché la struttura non avesse i requisiti necessari, ma  a causa di una convenzione fatta con l’impresa costruttrice dell’immobile che vincolava l’ottenimento del certificato alla realizzazione di opere di urbanizzazione esterne all’edificio, che invece, il costruttore mai realizzò. Tuttavia, in tale relazione, venivano elencati tutti i documenti attestanti il soddisfacimento dei requisiti di agibilità dell’immobile, fra cui anche il collaudo statico dell’edificio presentato al genio civile.
Non si capiscono i motivi per cui, ancora oggi, tale relazione non abbia soddisfatto le richieste della ASL, dal momento in cui, come espresso nel DCA U0013 del 23/03/2011, in mancanza del certificato di agibilità, gli stessi requisiti possono essere soddisfatti dimostrando di aver presentato al genio civile il collaudo statico dell’edificio (così come dichiarato nella certificazione giurata presentata dall’ADM.
Riguardo agli altri, non precisati, requisiti minimi mancanti, l’ADM ha chiesto di conoscere in dettaglio quali siano gli adeguamenti necessari richiesti e si è resa disponibile a realizzarli.
In ogni caso, autonomamente e senza alcuna sollecitudine da parte della ASL, l’ADM già nel 2012 aveva incaricato un tecnico per rilevare la rispondenza dei propri locali ai requisiti richiesti per l’autorizzazione. Emerse da tale analisi alcune modifiche da fare per adeguare la struttura alle normative antincendio, l’ADM si è preoccupata di presentare il proprio piano di adeguamento alla valutazione dei vigili del fuoco i quali lo hanno poi approvato nel 2013. Tali lavori non sono stati realizzati immediatamente dopo l’approvazione da parte dei vigili del fuoco, sia perché l’azienda ha dovuto prima ottenere l’autorizzazione da parte del condominio dello stabile, sia per la mancanza della disponibilità liquida necessaria.
Oggi, l’ADM sarebbe pronta a realizzare gli adeguamenti antincendio, ed eventuali altri adeguamenti di cui non è ancora a conoscenza, ma per farlo avrebbe bisogno che la ASL specifichi con esattezza gli adempimenti necessari e sblocchi i pagamenti, almeno delle fatture arretrate. L’azienda ha fatto ricorso di urgenza al TAR per richiedere la sospensione del provvedimento della ASL, al fine di riprendere immediatamente l’assistenza ai propri utenti, che rischiano di regredire e di render vano ogni sforzo riabilitativo fino ad ora fatto.

Anche i familiari dei ragazzi da voi assistiti si stanno organizzando ?
I genitori dei bambini in carico al centro (più di 280 famiglie), così come i suoi lavoratori (che fra assunti e collaboratori superano le 90 unità) sono disperati, i primi perché vedono improvvisamente venir a mancare quell’indispensabile assistenza che tanto aveva sostenuto e fatto progredire i loro figli, e gli altri perché vedono svanire quella sicurezza del posto di lavoro nel quale da decenni avevano investito. Entrambi i gruppi si sono organizzati in comitati e stanno partecipando con le loro rappresentanti al ricorso al TAR intrapreso dall’ADM contro il provvedimento della ASL.


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