(foto di repertorio) |
L'apparire
e la sostanza sono cose ben diverse. Tuttavia, il III Municipio
sembra preferire di gran lunga la prima. Tutto quello accaduto negli
ultimi 2 anni, nel quadrante Valli-Conca d'Oro, ci
invita a riflettere su come, attualmente, sia gestito il nostro
territorio. Come ieri sera, ma anche quella prima e quella
prima ancora i residenti sembrano essere costretti a convivere con
una realtà impossibile da accettare. L’ennesima violenza
della quale sono stati vittime i cittadini di Conca d’Oro:
respirare nauseabondi fumi sprigionati dall’interno del
Parco delle Valli. Colonne dense e pregne di tossicità,
inalate dai residenti, per colpa di un’amministrazione
assolutamente inerme e inadeguata. Paradossalmente, non sono
bastate le denunce fatte alla magistratura, le quotidiane
segnalazione e le infinite proteste da parte del locale Comitato
di quartiere ma anche da singoli cittadini. Ovunque, un
governo serio avrebbe preteso già da tempo un attento controllo
delle nostre strade e invece, arrivano solamente rimpalli di
competenze tra forze dell’ordine e istituzioni locali, centrali e a
volte nazionali. Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti,
gruppi di vagabondi, privi di rispetto di qualsivoglia regola,
vagano per il III Municipio evidenziando a tutti come le
regole possono non essere rispettate. Pretendendo per giunta,
inesistenti diritti e sottraendosi anche ai più elementari doveri
civici, sociali e igienici. Nel quartiere Conca d'Oro-Le Valli
la misura è colma e tra i residenti si percepisce rassegnazione e
delusione. Sembra davvero impossibile ottenere ciò che è un diritto
di tutti i cittadini e cioè quello di poter vivere serenamente nel
proprio quartiere, incredibile, forse inaccettabile, ma purtroppo è
cosi. Le baraccopoli all'interno del Parco delle Valli si sono
ripopolate (dopo la pausa-Festa dell'Unità), i fumi tossici
si alzano "impuniti", i bivacchi degli sbandati
producono quotidiano degrado e tutto questo accade sotto gli occhi
delle istituzioni incapaci di dare risposte. Che tristezza!
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